La Conoscenza non può più aspettare: istruzione e formazione devono essere
garantite a tutti
Il Comitato promotore degli Stati Generali della Conoscenza, riunito il 19
marzo 2013 per proseguire il percorso avviato nel 2011 e organizzare il
prossimo forum, esprime preoccupazione per la situazione di incertezza e
paralisi del quadro istituzionale del paese dopo le elezioni. Scuola,
Università e Ricerca vivono una situazione di abbandono che non può essere
protratta oltre, pena il declino irreversibile delle istituzioni pubbliche
della conoscenza.
La continua diminuzione delle iscrizioni all'università, la
realizzazione di test d’ingresso alle scuole superiori, in palese
violazione della Costituzione e consumata attraverso l’ennesimo attacco al
Diritto allo studio, in nome di una malintesa
meritocrazia, l'approvazione del Regolamento sul sistema nazionale di
valutazione in materia di istruzione e formazione, approvato dal
Consiglio dei Ministri uscente dopo le elezioni, in assenza del
necessario consenso del mondo della scuola, sono ulteriori segnali preoccupanti
della gravità della situazione.
La
conoscenza non può più aspettare, per questo il Comitato ha inviato a tutte le
forze politiche prima delle elezioni una lettera aperta in cui lanciava
l’allarme “Ignorance tax”: un Paese che investe in ignoranza anziché in
Conoscenza è condannato al declino, non possiamo accettarlo. Rilanciamo la
nostra proposta e le nostre richieste alle neoelette e ai neoeletti.
Alle forze politiche
A neoelette e neoeletti di Camera e
Senato
IGNORANCE TAX
non possiamo più
permettercela!
NOI 29 associazioni sindacali, studentesche, professionali del
mondo dei saperi e della conoscenza che collaboriamo da due anni confrontandoci
in modo aperto e leale;
NOI che insieme abbiamo
condiviso, nonostante la diversità delle nostre idee, proposte di merito che
riteniamo fondamentali per cambiare il nostro Paese e creare lavoro e sviluppo;
NOI
che crediamo sia
necessario partire dai saperi per innovarsi e cambiare rotta, per uscire da
questa crisi, per liberare le nostre migliori energie;
NOI che constatiamo, insieme a milioni di
italiani, che la conoscenza è stata
finora totalmente ignorata nel dibattito elettorale;
NOI vi scriviamo perché
-
siamo
convinti che senza Conoscenza il nostro paese è condannato al declino,
-
vogliamo
che si ritorni a parlare di conoscenza,
-
vogliamo
sottoporre alla vostra attenzione alcune concrete problematiche.
È indubbio che negli ultimi anni la scuola, l’università, la ricerca pubbliche, insomma
la formazione nel suo complesso, siano state al centro di inaccettabili tagli
alle risorse.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di
tutti: uno studente su cinque non si diploma, il numero degli iscritti nelle
università diminuisce, i livelli richiesti dall’Europa secondo le indicazioni
di Lisbona sono sempre più lontani, i nostri ricercatori lavorano proficuamente
all’estero.
I saperi hanno bisogno di
qualità: non è
più ammissibile la piaga del precariato che condanna tantissimi lavoratori nei
settori della conoscenza a condizioni di lavoro senza garanzie; è necessario
dare dignità a chi fa ricerca in Italia e permettere alle migliaia di cervelli
fuggiti di poter tornare e dare il proprio contributo al miglioramento
collettivo.
In un mondo in continua evoluzione, ci
chiediamo quali proposte facciano i nostri futuri governanti in merito
all’innovazione e allo sviluppo di nuovi metodi di insegnamento/apprendimento,
alla promozione di percorsi che sappiano formare gli studenti per entrare nel
mondo del lavoro con le giuste competenze, ma anche per vivere da cittadini responsabili.
La formazione riguarda
tutti, non solo i
più giovani.
È necessario legare ai saperi un vero
e proprio modello di welfare, che garantisca a tutti di completare ed
incentivare in maniera universale il raggiungimento dei più alti livelli di
istruzione; che permetta durante tutto l'arco della vita di continuare a
formarsi ed aggiornarsi, interrompendo eventualmente i percorsi lavorativi per
intraprenderne nuovi di studio; che dia la possibilità a milioni di cittadini
italiani e non, senza alti livelli di scolarizzazione alle spalle, di
sviluppare nuove competenze per far fronte alle complessità di una società e di
un’economia in continuo e rapido divenire. Queste misure permetterebbero di far
sviluppare il nostro Paese in maniera esponenziale.
Sentiamo spesso parlare, nell’acceso
dibattito pre-elettorale, di tasse e degli interventi ritenuti necessari per
alleggerire i contributi degli elettori, ma la
prima tassa che non possiamo più permetterci è la ignorance tax! Se
continua l’attuale disinvestimento nella conoscenza nei prossimi anni pagheremo
una tassa pesantissima derivante dalla minore crescita economica e dai maggiori
costi sociali (il fattore istruzione è infatti determinante per aumentare
l'occupazione e il reddito, migliorare i livelli di salute, aumentare la
partecipazione civile e sociale, ridurre il
tasso di criminalità,…).
L’istruzione e formazione non sono spese, ma investimenti, la scuola
costa ma l’ignoranza costa di più! Per questo ci aspettiamo di sentire, prima delle
elezioni, proposte ragionate su questi temi. Vogliamo sapere chiaramente da
dove verranno tratte nuove risorse per la scuola, l’Università, la ricerca pubbliche e
l’educazione degli adulti a quali interventi imprescindibili verranno
primariamente destinate.
La conoscenza è il vero motore che può far ripartire l'economia e
garantire la coesione sociale. Chiediamo che in campagna elettorale si parli di
risorse, di qualità e di welfare della conoscenza e si assumano seri impegni
per interrompere la deriva verso cui la conoscenza è stata finora condannata
nel nostro Paese.
Il nostro secondo Forum nazionale previsto
per il prossimo mese di aprile, che da tempo stiamo organizzando, sarà
un’importante occasione di approfondimento e di confronto limpido, sereno e
costruttivo anche con le forze politiche che saranno presenti nel nuovo
Parlamento. Sarà l’occasione per esporre
le nostre proposte, formulate nei due anni del nostro cammino, così da dare il
nostro contributo alle riforme strutturali che il mondo
della conoscenza in Italia attende.
Roma, 11 febbraio 2013
Distinti
saluti
I promotori gli Stati Generali della
Conoscenza
ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani), AIMC,
AGENQUADRI, ARCI, AUSER, CGD, ConpAss,
CGIL, CIDI, CIP (Comitato Insegnanti Precari), EDAFORUM, FLC, FNISM, FONDAZIONE DI VITTORIO, LEGAMBIENTE ,LEGAMBIENTE Scuola
Formazione , LEND, LIBERA,
LINK, MCE, MIEAC, MSAC, PROTEO Fare Sapere, RETE 29 APRILE, RETE
STUDENTI MEDI, RETE DELLA CONOSCENZA, SPI, UDS, UDU
”Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”
La legge del regionale 19/2007 all’articolo 3 contiene gli impegni per la “ Valorizzazione dell’autonomia scolastica”.
Quindi la proposta lombarda risulta anticostituzionale.
Ma se non ci fidiamo dei concorsi nazionali, perché dovremmo fidarci dei Presidi reclutati allo stesso modo?
Il tema delle competenze, della qualità dell’insegnamento, della stabilità del personale è molto sentito dai genitori che vivono attraverso i loro figli limiti e incapacità di taluni insegnanti.
Tuttavia la strada non può essere una scorciatoia per favorire qualcuno del territorio o qualcuno maggiormente in sintonia con la scuola: Ma quale scuola? Si dice, nella proposta, che il personale che partecipa alla selezione deve conoscere e condividere il progetto e il patto per lo sviluppo professionale dell’istituto. Non ci pare che i POF delle scuole siano così radicalmente diversi. Esistono poi indicazioni nazionali da seguire, il così detto “programma” che specialmente nelle superiori viene indicato come impossibile da disattendere quando magari si avanza qualche ipotesi di percorso innovativo. Per il continuo cambio di insegnanti , la maggiore responsabilità ultimamente è da attribuirsi al taglio di cattedre, riduzione oraria, precariato.
Per avere insegnanti qualificati è necessario modificare il percorso universitario per chi si vuole dedicare all’insegnamento, non solo competenza disciplinare, ma formazione pedagogica, didattica, della comunicazione.
Decidere poi il sistema di reclutamento: l’ultimo concorso per docenti di scuola primaria di II grado e secondaria superiore risale al 1999.
Corsi di aggiornamento non ne sono stati più proposti in maniera organica, molti docenti, a proprie spese li seguono o comprano testi per passione e dignità professionale.
L’autonomia scolastica è un valore se significa apertura e relazione con il territorio e non pretesto per creare scuole diseguali. L’idea della Lombardia che salva la “sua scuola” che promuove i “suoi docenti” non ci piace perché è contraria a un percorso culturale unitario e aperto al confronto.
Paola Tramezzani
Presidente CGD della Lombardia